martedì 10 febbraio 2015

Mary Reilly


Titolo originale: Mary Reilly
Nazione: USA
Anno: 1996
Genere: Drammatico
Durata: 108'
Regia: Stephen Frears
Cast: Julia Roberts, John Malkovich, George Cole, Michael Gambon, Kathy Staff

audio/video: 10

Trama:
Assunta come cameriera dal ricco e cortese dottor Henry Jekyll, la giovane Mary Reilly si sente al sicuro. Solerte e disponibile, cerca di accontentare le richieste del padrone e si fa benvolere dai colleghi, sopportando le asprezze dello scorbutico maggiordomo-capo Poole. Jekyll è attratto dalla sua innocenza e dalla sua integrità, mentre lei, che lo ammira in segreto, non oserebbe certo dar corpo ai suoi sogni. Jekyll però, che si chiude sempre più spesso nel suo laboratorio per segreti esperimenti, incarica la servitù di attendere alle necessità del suo misterioso (e perversamente affascinante) assistente, mister Edward Hyde e...

Commenti
Una storia inquietante, ricca di suspance e momenti di tensione, in un’atmosfera cupa e buia che più che mistero suscita vera paura. Frears cambia pochissimo dell'opera di Stevenson ma sfrutta soprattutto il romanzo spin-off di Valerie Martin "La governante del dottor Jekyll" che sposta drammaticamente il punto di vista negli occhi della cameriera, una Julia Roberts, imbruttita e scialba per il personaggio che non ha nulla della sensuale solarità della Vivian di Pretty Woman ma che riesce ad essere comunque femminile e attraente. Chi per anni ha tacciato la Roberts di non essere una grande attrice si è dovuto di colpo ricredere!
Fantastico anche John Malkovich (pensare che la parte doveva essere di Al Pacino >_<) ad interpretare l’antitesi fra il gentile Dr. Jekyll e lo spietato Mr. Hyde, con quello sguardo che penetra e arriva nel profondo. Come altri attori della sua "razza" - Nicholson, O'Toole, Sutherland - risulta talmente a suo agio nel rappresentare la schizzofrenia, reale o indotta, da far dubitare della genuinità della sua arte: sta recitando o è davvero così anche dal vivo? Nessuno è mai riuscito a toglimermi del tutti questi dubbi :O. Vi prego di apprezzare anche il suo consueto doppiatore, Sergio Di Stefano, che con la abituale cadenza quasi cantilenante gli regala una voce musicale e suadente. Splendida come smpre, la poliedrica Glenn Close porta alla padrona della casa chiusa tutto lo squallore dei sobborghi poveri di Londra e tutta la disillusa schiettezza di una donna di strada, che si contrappone nettamente all’ingenuità di una giovane cameriera innamorata e del forzato formalismo Vittoriano. Questi magnifici attori si muovono in una ambientazione perfetta (anche se forse un po' stereotipata alla Oliver Twist) ricreata magistralmente da Frears. Nell'insieme, un film da vedere assolutamente! :D

Dati tecnici:
Audio: AC3 ITA+ENG
File Name: Mary Reilly.mkv
Codec ID: H.264/MPEG-4
Resolution: [ Width: 720 Height: 400]
DRF medio: 18.333247
Deviazione standard: 2.364171
Frame Rate: 25 fps
Durata: 01:44:02 (6241.6 s)
Bitrate: 832.927213 kbps
File size: 1.125.991 KB
Subtitles: ITA+ENG

Screenshots:







DVD Cover: compresa nel file
Cartella MeGa
https://mega.co.nz/#F!Fl4FwL7T!YMFNCzvpKDPFLlB711v0uw

9 commenti:

  1. Per la settimana di San Valentino avevo previsto altri titoli ma, dopo la richiesta di Jack, ho deciso di anticipare questo lavoro: dopotutto tratta pur sempre di "amore", anche se un po' atipico e tragico. Non proprio adatto a una serata romantica. XD
    Ho trovato incredibile come quegli occhioni da Bambi si adattino perfettamente a un ruolo drammatico e, pur trovando la Roberts adattissima per i film leggeri in cui è stata giustamente famosa, sono rimasto affascinato dalla sua bravura. È proprio vero che gli attori USA sono preparati molto meglio dei nostri! Sigh.
    Carissimi amici, magari il mio solito augurio è un po' fuori luogo in questo caso ma, forzandone il significato... Buon divertimento! :D

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    Risposte
    1. Ma va bene, caro Ranmafan, va benissimo anche l'atipicità tragica, e, nel caso in questione, pure "stevensonianamente" fantastica! Le serate romantiche le lascio a voi, che potete...
      Quanto agli attori USA e UK, sulla cui maggior preparazione sono senz'altro d'accordo, credo vada ricordato a proposito quanto abbiano l'opportunità di operare - e, di conseguenza, prepararsi adeguatamente - in un ambiente artistico molto meno asfittico del nostro: nel mercato (termine sgradito per qualche spocchioso, forse, ma non sempre è un delitto che un film sbanchi al botteghino, se ha le carte in regola per meritarselo) anglosassone i generi non sono morti, per niente, e ogni tipo di pubblico ha diritto di cittadinanza. Va da sé che, in questo modo, un attore viene messo alla prova in una molteplicità di ruoli impensabile per un collega italiano (pensa Pierfrancesco Favino, quale carriera potrebbe avere fuori dei nostri confini) limitato da un attuale cinema nostrano oscillante, salvo rare e spesso misconosciute eccezioni, fra la commedia poco divertente e il polpettone pseudo-impegnato. E che dire della nostra TV, in questo momento, ce la giochiamo a Don Matteo contro Doctor Who, Sherlock o Luther (e non vado oltreoceano per non infierire)? Altra palestra attoriale - e in passato lo è stata eccome - gettata alle ortiche, Ran :-(

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    2. Quoto, aggiungendo due cose: anche il panorama registico nostrano registra questa decadenza (basti pensare a qualche decennio fa per capirci); sul fronte tv (che praticamente non seguo) vedo che oltreoceano, tra attori e registi, molti si sono gettati sulla produzione per il piccolo schermo.
      Un'ultima nota, positiva ma fuori contesto: leggo che Kodak continuerà a produrre pellicola di celluloide grazie a un accordo con le major Usa. Il vecchio zio Pietro
      ps- grazie per la nuova rel.

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    3. In effetti non si è trattato tanto di "decadenza" quanto di "aver perso il treno". T_T
      I registi e attori del grande cinema italiano erano tali per il loro periodo, tante cose (tecnica, stile, gusti) sono cambiate ma nessuno si è voluto o potuto aggiornare. Un po' come nelle nostre scuole dove si imparano informazioni obsolete e virtualmente inutili solo perché gli insegnanti non sono rimasti al passo con i tempi. Quante occasioni perdute.
      Continuare ad usare Strehler, De Filippo o Rossellini, che furono grandissimi!, come punti di riferimento ancora oggi li renderebbe furiosi, perché è un tradimento verso quello che erano davvero: degli innovatori all'avanguardia. Provate a cercare online quanti sono, ad esempio, gli esperti di CGI in Italia oggi: a parte Straffi, creatore delle Winks, non c'è nessuno! Provate a comparare i programmi delle nostre scuole di recitazione (ma anche di regia, sceneggiatura e gli altri cento ruoli che gravitano intorno alla produzione di un film) con quelli USA, indiani, giapponesi, o inglesi. Non ho una cultura per quanto succede in America Latina ma temo stiano per arrivare anche loro.

      Grazie per la buona notizia della Kodak! :D
      Temo che quel prodotto sarà destinato comunque a scomparire ma è bello vedere che c'è ancora chi lo ricorda con affetto. ; )

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    4. Addirittura Roberto Faenza - che pure gli USA li conosce e ci ha lavorato - ha avuto non molto tempo fa una reazione di perplesso disappunto nei confronti di studenti/studentesse della scuola di cinema di Napoli (credo), dovuta al loro tentativo di cimentarsi in soggetti e sceneggiature a tema fantascientifico (quale scandalo, provare ad allontanarsi dal "realismo" monocorde che sta spegnendo quello che rimane del nostro cinema. Che nel fantastico, gli indipendenti interessanti ci sono eccome, tra l'altro). Quindi, caro Ran, ho come la certezza - arrivati a questo punto - che quel treno stiamo persistendo nel VOLERLO PERDERE... quanto ai grandi del passato che tanto piace citare come alibi della nostra immobilità, abbiamo sviluppato una memoria molto selettiva a riguardo. Basti pensare alla figurina di merda rimediata anni fa da giornalisti italiani presenti a un incontro con Tim Burton, quando quest'ultimo citò Mario Bava (ricordato, rispettato e studiato come merita. Negli USA, eh, mica qui da noi)... Ecco, il povero Tim non si aspettava certo - e giustamente - che nessuno di loro ne avesse mai sentito parlare. Quando lo venni a sapere, me ne vergognai come fossi stato lì fisicamente ç_ç

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    5. Il problema parte da molto lontano. Oggi ho visto "Viaggio nell'isola misteriosa", film di bassissime pretese con un cast tutto fuorché stellare. Eppure persino Dwayne Johnson (The Rock, per chi lo ricorda come wrestler) canta in modo assolutamente accettabile (meglio di parecchi di San Remo, a qianto ho letto!). È ovvio che lui non ha fatto tutte le scuole degli altri attori, anche se è sicuramente stato formato per lo spettacolo, eppure... Ho il sospetto che già nelle scuole normali gli diano basi molto più solide delle nostre, almeno per il canto.

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    6. Sì, dev'essere così. E la cosa credo possa tranquillamente valere in generale anche per la recitazione (comunque già indispensabile sul ring a livello di gimmick, feud e storyline), se consideriamo pure - come altro esempio - il ruolo di tutto rispetto che un altro wrestler come Adam Copeland - Edge, nel circuito WWE - si è ritagliato nella kinghiana serie tv "Haven"...

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  2. Graaazie....sei mitico
    Jack

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  3. ^__^ Ma figurati Jack, quando (anche se per puro caso!) è possibile... :D

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