venerdì 15 novembre 2019

Nirvana


Titolo originale: Nirvana
Nazione: ITA
Anno: 1997
Genere: Fantascienza
Durata: 113'
Regia: Gabriele Salvatores
Cast: Christopher Lambert, Diego Abatantuono, Sergio Rubini, Stefania Rocca, Amanda Sandrelli

Trama:
In un futuro neanche troppo lontano, Jimi, programmatore di videogiochi per una multinazionale giapponese, si accorge che un virus ha infettato Nirvana, la sua ultima creazione. Solo, il personaggio principale, ha preso coscienza, ha scoperto che la sua vita è soltanto una copia della realtà e...

Commenti e recensione:
Tra gli anni '50 e '70 Philip Dick scrisse diversi romanzi e racconti che reinventarono il concetto di fantascienza, fino ad allora prevalentemente a base di utopie, invasioni marziane e macchine del tempo malfunzionanti. Poi arrivò Blade Runner (che lui non vide perché morì poco prima) e la sua opera, fino ad allora considerata un po' di serie B, venne rivalutata e si scoprì che era, a tutti gli effetti, il vero padre del Cyberpunk. Certo fu Gibson a formalizzare il genere ma tutte le caratteristiche principali di questo movimento (un prossimo futuro ipertecnologico, pessimistico, decadente e dominato da multinazionali tiranniche; hacker che sfruttano il mondo virtuale per sfuggire all’oppressione della realtà; la yakuza al servizio dei potenti come corpo armato ufficioso...) c'erano tutte. Negli anni, in tanti hanno portato in scena questo mondo distopico, da Terminator a Robocop, da Jonny Mnemonic a Shirō Masamune con il manga Ghost in the shell. In Italia, abbiamo avuto Gabriele Salvatores con Nirvana. Ebbene sì: nel 1997, nel nostro paese, nel pieno dell’immobilità dei generi, qualcuno ha avuto il coraggio di produrre un film di fantascienza cyberpunk. E che film!
Ovviamente i critici (italiani!) rimasero profondamente spiazzati da Nirvana e cercarono di giustificare questa anomalia come una "variazione del cinema autoriale (cit)"; dopottutto si trattava di un lavoro di Salvatores, che avevano coccolato per anni, ma si sentirono praticamente offesi dal loro beniamino e minimizzarono pesantemente il valore del film. Era uno stacco troppo netto da tutte le produzioni dell'epoca e non potevano ammettere di non avere le basi culturali necessarie a capire la pellicola. I più crudeli lo definirono, sbrigativamente, uno spaghetti-sci-fi, come se il prefisso "spaghetti", alla faccia di Leone, fosse un dispregiativo. Chi non l'ha bocciato (sempre tra i critici, s'intende) ne ha apprezzato, al massimo, lo sforzo compiuto per portare linfa ad un genere di cui l'Italia non fornisce certo grandi esempi.
E invece, Nrivana è un film spettacolare, che indaga sul disagio giovanile, il rifiuto del mondo e della società, soffermandosi sulla "nuova" concezione di evasione ed alienazione dell'individuo. Come farà anni dopo Mainetti con il suo Lo chiamavano Jeeg Robot, Salvatores prende tutti le caratteristiche del genere, e tutti i suoi cliché, li rimescola e li addensa con una profondità tutta italiana. La regia è innovativa, una ventata fresca che affronta in maniera intelligente spazi e movimenti di camera estremamente accurati così da rendere facile, in montaggio, l’entrare ed uscire dalle diverse realtà, giocando sulla non linearità del racconto e dando un ritmo spezzato alla narrazione, proprio come il cyberpunk richiede. Sul fantastico cast non mi dilungo perché comprende il meglio del cabaret italiano anni '90. Se Abatantuono è, ancora una volta, ottimo nel suo ruolo calibratissimo e grottesco, Bisio, Rossi, Orlando e Rubini (un ex-hacker che sbraita sproloqui in barese, così sopra le righe da strappare applausi a scena aperta!) sono incredibilmente perfetti nelle parti. Perché la cosa più assurda di questo mondo (una Milano abilmente rimaneggiata), questi personaggi surreali e grotteschi, questi interpreti così fuori ruolo, grazie a Salvatores sullo schermo funzionano alla grandissima.
Nel 1999, due anni più tardi, comparirà Matrix, il fenomeno che ha rilanciato il genere ma, ormai, questa perla era già stata relegata nel dimenticatoio; eppure, a più di vent'anni di distanza Nirvana fa ancora la sua gran figura, forse ancor più di allora, e merita assolutamente di essere (da noi, perché all'estero è un cult) rivalutato! :D


Dati tecnici:
Audio: AC3 ITA
File Name: Nirvana.mkv
Codec ID: V_MPEG4/ISO/AVC
Resolution: [ Width: 720 Height: 400]
DRF medio: 18.144173
Deviazione standard: 2.607973
Frame Rate: 25 fps
Durata: 01:49:20 (6560.44 s)
Bitrate: 1783.293698 kbps
File size: 1.789.248 KB
Subtitles: ENG

Screenshots:









DVD Cover: compresa nel file
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25 commenti:

  1. Scusatemi per il testo che, a rileggerlo, mi sembra raffazzonato e non adatto alla qualità del film ma ho questo articolo sulla scrivania da più di una settimana e, se avessi continuato ad aspettare, avrei finito per proporvelo a Natale! Tremo all'idea di dovermi mettere a scrivere seriamente per tutti i film del prossimo ciclo e, se ci riesco, vedrò di limitarmi allo stretto indispensabile piuttosto che far saltare la scaletta. ^__^
    Nirvana è il più bel film di fantascienza cyberpunk italiano. Mi direte, è anche l'unico! Vero, in effetti è praticamente il solo film di fantascienza che sia mai stato fatto da noi (così, a mente, ricordo solo La decima vittima di Petri e Terrore dallo spazio di Bava che, per inciso, offrì su un piatto d'argento la trama di Alien a Ridley Scott) ma a questo livello non ci era mai arrivato nessuno. Purtroppo nessuno l'ha seguito, altrimenti oggi avremmo potuto vantarci di titoli da fare invidia a Besson. Tolte poche cose, non amo particolarmente Salvatores ma qui ha dimostrato che, se ci si impegna (e se ci si mettono i soldi giusti), la fantascienza non è appannaggio esclusivo degli USA.
    Carissimi amici, perdonatemi ancora il ritardo, a breve metterò qualcos'altro (fosse pure un "fondo di magazzino") per cercare di sbloccarmi un pochino. Nel frattempo, godetevi questo bellissimo film che può provare a riscattare un weekend che si annuncia davvero umido.
    Buon Diverimento! :D

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  2. Grazie Ran e, a proposito della rarissima science-fiction italiana su grande schermo, non dimenticarti de "L'arrivo di Wang" dei Manetti Bros... ;-)

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    1. E, ritornando ai favolosi '60, non trascurare nemmeno i film spaziali di Anthony M. Dawson (Antonio Margheriti)...

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    2. Caro Giuseppe, il Wang dei Manetti lo hai già citato in passato. Visto che lo posso recuperare, magari ci faccio un pensiero... :-)

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    3. Faccelo, BVZP, faccelo... ;-)

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    4. Sì zio Pietro, grazie! :D
      Giuseppe, hai perfettamente ragione, Margheriti lo avevo completamente dimenticato e non se lo merita. Magari il suo cinema era troppo povero per permettersi la fantascienza ma ci provò con grandissimo entusiasmo. Un Ed Wood nostrano, in pratica.
      Dovrò andare a ricercarmi qualcosa di suo, magari proprio I criminali della galassia (che ricordo "belluttissimo", come alcune produzioni giapponesi dell'epoca XD). Credo di avere anche, da qualche parte, una videocassetta de L'arciere delle Mille e una notte; mammamia quanti ricordi! :D

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    5. E "I Diafanoidi vengono da Marte" dove li mettiamo? :-) Hai detto bene, grandissimo entusiasmo (e pochissimi soldi)... però lo considererei decisamente superiore a Ed Wood, se pensiamo che -tra le altre cose- è stato nientemeno che consulente (non accreditato, assieme a Brian "Spazio 1999" Johnson e altri illustri colleghi) degli effetti speciali di 2001: Odissea nello spazio! ;-)

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    6. :O Ecco, questo non lo sapevo!

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Grazie Ran...sempre perle ci proponi👏👏👏👍

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    1. ^__^ Prego pollikki, è sempre un piacere.
      ....Ma adesso, spiegaci come hai fatto a mettere le emoticon!!! :O

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  5. sn G R A Z I E
    ciao, io amo Salvatores a prescindere,
    ma questo nn mi entusiasmo piu di tanto, e questa volta passo,
    anche se anch io, tempo fa lo misi da me, con altri dello stesso...grz comunque.
    saluti a tti.

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  6. BELLO!
    Bello perché, pur con tanti difetti, fu un riuscito tentativo di fare fantascienza all'italiana. Confrontato al cinema a stelle e strisce rischia di apparire "povero e provinciale" e forse Salvatores avrebbe potuto rimarcare ulteriormente questa specificità trasformandola in un valore aggiunto, realizzando veramente uno "spaghetti-sci-fi". Ma queste sono considerazioni fatte col senno di poi che nulla tolgono al valore del film. Sempre a posteriori il giudizio "variazione del cinema autoriale (cit)" potremmo anche leggerlo come un complimento!
    Sui riferimenti letterari, personalmente lo trovo più gibsoniano che dickiano, ma si sa (e ne abbiamo già parlato) la poetica di Dick raramente è stata ben trasposta su pellicola. Non me ne vogliano i fan, ma lo stesso Blade Runner, meritatamente pietra miliare di un'epoca, mi delude sempre quando lo confronto con le "Pecore elettriche". Inoltre il film di Scott invecchia, il romanzo di Dick no.
    Una piccola nota: per chi fu giovane milanese negli anni Ottanta e Novanta non sarà difficile riconoscere tra le comparse numerosi volti dell'ambiente underground e alternativo meneghino.
    Caro Ran, ti ringrazio sentitamente per questa tua proposta: me lo rivedo molto più che volentieri!
    il vecchio zio Pietro

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    1. ^__^ Sì, anch'io ho riconosciuto molte "facce note" di quell'ambiente. E anche, abilmente cammuffati, tanti luoghi!
      Confermo il tuo commento sulla matrice gibsoniana di Nirvana ma ho voluto mettere quel cappello per sottolinare più una paternità di Dick sul cyberpunk in generale e, come giustamente fai notare, vale sempre la pena spingere qualche neofita a rileggersi i suoi capolavori. ;)
      Nel complesso, sono davvero contento di come stia venendo accettato questo titolo su cui, a causa dell'inflazione di pellicole USA, nutrivo poche speranze. Grazie a tutti voi! :D

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  7. Diciamoci la verità, se fosse uscito di produzione americana sarebbe stata premiato con oscar e riconoscimenti vari, e invece è stato sempre messo in sordina. La verita è che è un film profondo innovativo e "visionario",un gioiello, punto.

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    1. Verissimo! E sì che una discreta distribuzione l'ebbe pure ma, purtroppo, quell'anno uscirono: Il quinto elemento, Men in Black, Gattaca e Contact. E questo solo per parlare di fantascienza, perché ci furono anche Titanic, Full Monty e, in Italia, La vita è bella. Gran brutto momento per cercare di ritagliarsi uno spazio significativo. >_<

      ...Sarebbe uscito anche Mononoke ma quella è un'altra storia. XD

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    2. Si concordo ricordo bene quel periodo, ma ad ogni modo non l'ho mai reputato inferiore di un quinto elemento (massima stima per Besson) , nonostante fossero bei film con effetti nettamente superiori, a livello filosofico Nirvana lo giudico ben più profondo.

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  8. Ad ogni modo ranmafan perdonami se non ti ho ancora ringraziato di questa fantastica pellicola. Grazie davvero.

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    1. ^__^ Ma figurati, ormai lo davo per scontato. :)

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  9. Chiedo scusa per l'intrusione! E' solo per informare Ran che gli ho inviato una mail in cui spiego che a mia totale insaputa, (non si sa da chi) il mio blog è stato chiuso e non credo che resusciterà mai più!

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  10. -_- Sì, me ne ero accorto già ieri sera. Mi spiace tantissimo, amico mio; capisco l'amarezza, soprattutto perché non è la prima volta.
    Se posso aiutarti, non esitare a chiedere!

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  11. Sn G R A Z I E
    ciao
    Mi spiace tantissimo TRES
    la cosa che piu mi manchera sara, leggere i TUOI commenti a fine post
    e qui
    https://576i.blogspot.com/2019/12/arkivio-tres-ilblogdelmulo.html
    c è parte del TUO lavoro/passione che ci hai dato,
    un saluto a tti.
    p.s.
    GRAZYANO nn mollare...

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  12. tres, sono wolff..la scena, ti ricordi?mi spiace moltissimo x il blog,le tue scelte erano sempre molto interessanti..così come uqlle di ran.. a proposito, ran, se tiu servono ilink di valerian, li ho.. ho scansionato gli albi che non si trovavano e li ho caricati e messi in rete.. famme sapè, non so come si mandano mp da qui x cui approfitto di questo spazio... ciao a tuttiiiii

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    1. Ciao Wolf, sì che mi interessano! :D
      Ti avevo già risposto anche nell'altro post ma il messaggio deve esseri perso nelle nebbie. ^_^

      Che bello vedere che qui dentro finiamo per incontrarci tutti, anche se questa volta è per un motivo così deplorevole.

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