Titolo originale: Mediterraneo
Nazione: Italia
Anno: 1991
Genere: Commedia
Durata: 105'
Regia: Gabriele Salvatores
Cast: Claudio Bigagli, Diego Abatantuono, Giuseppe Cederna, Ugo Conti, Gigio Alberti, Memo Dini, Vasco Mirandola, Vanna Barba.
audio/video: 10
Trama:
Giugno del 1941. Otto militari italiani sbarcano su una piccola isola dell'Egeo con il compito di stabilire un presidio italiano. L'isola appare deserta, abbandonata dalla popolazione greca che ha subito la precedente sanguinosa occupazione tedesca. Il manipolo di soldati, al comando del tenente Montini (Claudio Bigagli), un insegnante di latino e greco, appassionato di pittura, si rivela un gruppo di persone assolutamente inadatto alla minima attività militare e presto, sfruttando l'isolamento geografico, l'impossibilità di comunicazione con il comando dovuta alla radio in avaria e l'apparente solitudine dell'isola, si dedica ad attività del tutto estranee alla guerra, compreso il sergente Lorusso (Diego Abatantuono), l'unico con apparenti motivazioni militari.
Commenti:
Mediterraneo è stato definito un film generazionale, ovvero un'opera che identifica, esprime e incarna la riflessione storica di una determinata generazione. Difficile interpretare il film quindi se si omettono queste componenti precise. La generazione alla quale il regista appartiene e alla quale si rivolge è quella che agli inizi degli anni novanta si ritrova orfana di un impegno politico in bilico tra una utopia che sfuma e un realismo che incombe (Robert Escobar su Il Sole 24 Ore) ma rispetto a Moretti che tratta le stesse tematiche, Salvatores si sofferma più a lungo sulle vicende di gruppo, descrive meglio le dinamiche relazionali e tratta con più affetto il tema dell'amicizia, soprattutto quella virile e le delusioni che a volte ne conseguono.
Questa generazione di quarantenni alla soglia del nuovo millennio elabora risposte personalizzate, individuali ma non individualiste, solitarie ma non egoiste e cerca di disegnare una prospettiva possibile, contrassegnata dal disincanto, ma animata da uno spirito solidale e positivo.
I soldati abbandonati sull'isola sperduta dell'Egeo esprimono questa sfaccettatura di reazioni, di atteggiamenti e nel loro isolamento geografico si impegnano in un viaggio nella propria coscienza, in una fuga verso, piuttosto che in una fuga da. Il film quindi non è un'opera contro, contro la guerra, contro una certa storia recente del nostro paese, contro certi sviluppi sociali e politici, bensì una riflessione positiva, una onesta rabbia triste, l'elogio di un atteggiamento, quello della fuga, intesa più come possibilità di fuggire l'ovvio, più come accelerazione centrifuga rispetto alle spinte globali e disumanizzanti, che mera e semplice vigliaccheria, rifiuto del presente.
Premio Oscar miglior film straniero 1992, meritatissimo!
Dati tecnici:
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