venerdì 20 ottobre 2017
Panda! Go, panda! - Panda! Go, Panda! Il circo sotto la pioggia
Titolo originale: Panda kopanda (パンダコパンダ) - Panda Kopanda amefuri sākasu no maki (パンダコパンダ 雨ふりサーカスの巻)
Nazione: JAP
Anno: 1972-1973
Genere: Animazione, fantastico
Durata: 72' (39'+33')
Regia: Isao Takahata
Soggetto & sceneggiatura: Hayao Miyazaki
Trama:
La piccola Mimiko, dopo aver accompagnato la nonna a prendere il treno per un viaggio, rimane sola. Tornata alla sua abitazione, l'attende una sorpresa: due panda vi hanno trovato rifugio, un piccolo e il gigantesco padre. Innamoratasi di loro a prima vista, la piccola decide di viverci insieme senza immaginare i guai che ne deriveranno...
Nella seconda avventura, Mimiko e i suoi amici panda stringono amicizia con un tigrotto fuggito da un circo e che si è nascosto nella loro casa, accudendolo fino a quando il cucciolo non è pronto a tornare da sua madre. Successivamente, una forte pioggia crea un'ondata di piena che sommerge l'intero villaggio: i nostri eroi decidono di andare a salvare il loro amico e tutti gli altri animali del circo, in pericolo di annegamento e...
Commenti e recensione:
Takahata e Hayao Miyazaki sono agli albori della loro fortuna e nel 1971 i due autori hanno alle spalle l’insuccesso commerciale del capolavoro La grande avventura di Hols (sì, arriverà... prima o poi! ^_^), oltre al lavoro sulla prima serie di Lupin III. Inizialmente avrebbero voluto realizzare un adattamento animato di Pippi Calzelunghe ma, non avendo la stessa tenacia e fortuna di Walt Disney con l’autrice di Mary Poppins, si sentrono rispondere da Astrid Lindgren un secco NO! Quando il governo cinese regalò allo zoo di Ueno, Tokyo, due esemplari di panda gigante, decisero di cavalcare l’onda della "Pandamania" esplosa in Giappone girando un mediometraggio basandosi proprio sui tanti disegni preparatori che Miyazaki aveva realizzato per Pippi. Alla faccia di chi ha sempre immaginato il Maestro "superiore alle logiche di botteghino". XD
Il passo era semplice perché sia Pippi che Mimiko introducono il tema, caro ad entrambi, degli orfani. Se il mondo della Lindgren era stato traumatizzato dai disastri della Grande Guerra, nella generazione di Miyazaki e Takahata in Giappone è altissima l’incidenza di minori diventati orfani a causa della Seconda e questo è un fatto che ha segnato profondamente l’evoluzione dell’immaginario nipponico, almeno quanto la bomba atomica stessa. Quasi tutti i personaggi del duo, da quelli di Conan a La tomba delle lucciole e Laputa saranno orfani ma forti e determinati (con maggiore o minore fortuna ç_ç) mentre i pochi che hanno una famiglia ne saranno comunque separati.
Ma questo è il futuro! Nel 1971 troviamo Miyazaki che scrive, Takahata che dirige e Panda, Go Panda! che diventa un divertissement di due autori in vena di spensieratezza e desiderosi di realizzare un prodotto per bambini, lontano dalla complessità psicologica di Hols. Solo in filigrana rientrano i temi cari ai due artisti e anche i trascorsi nel seriale: la dinamica d’interazione fra l’indipendente Mimiko e la gente del suo paese (a metà fra il serio e il faceto) che riecheggia il lavoro di Takahata ne Lo specchio magico, mentre il dinamismo delle scene d’azione e la vena caricaturale che accompagna le autorità del posto risentono di Lupin III – e in un divertito ribaltamento dei ruoli troviamo anche Yasuo Yamada, doppiatore originale di Lupin, nella parte di un poliziotto. ^_^
Tecnicamente, i disegni prediligono il tratto chiaro e un certo senso di morbidezza delle figure, impostate all’immediatezza e pronte per essere ridisegnate dal pubblico più giovane, mentre l’animazione oscilla fra momenti più particolareggiati e altri basati più sulla forza espressiva dei sentimenti messi in campo che sulla precisione dei movimenti. La telecamera è quasi sempre ad altezza della bambina, se non più bassa, rendendo ancora più immediata l'immedesimazione dei più piccoli con la protagonista. La vena politica degli autori, all’epoca molto forte, resta in secondo piano ma si estrinseca in una visione al solito alternativa rispetto al modello giapponese tradizionale: la neo-comunità messa in piedi da Mimiko si propone infatti come velata satira della famiglia-tipo, dove domina sì un legame forte tra i componenti ma soprattutto una vena ironica, che trova la sua sublimazione nella divertita distruzione del nido e, successivamente, della città; il tutto affrontato con infantile entusiasmo e un ottimismo ravvisabile nel rapporto con le autorità. In questo modo, Papanda è sì costretto a tornare allo zoo ma in una dinamica da semplice “lavoro d’ufficio” che non gli impedisce la sera di tornare tranquillamente a casa per far baldoria con Pan e Mimiko. Col senno di poi, Panda, Go Panda! colpisce soprattutto per il lavoro d’anticipazione rispetto alle più celebrate opere dei due autori: le figure dei due Panda, infatti, precorrono nettamente le creature de Il mio vicino Totoro, mentre l’inondazione finale prefigura lo scenario di Ponyo sulla scogliera. Allo stesso tempo, il gusto per la caratterizzazione antropomorfa degli animali, in rapporto a una visione satirica della società, fornisce un primo stadio rispetto al lavoro che Takahata porterà avanti in Pom Poko. L’indipendenza di Mimiko – che della storia è la vera anima in grado di dirigere le azioni dei due Panda con la sua incontenibile energia – sebbene possa considerarsi un cascame del comportamento altrettanto giocoso e anticonformista di Pippi Calzelunghe, fornisce a sua volta un modello per i tanti bambini dal carattere forte che i due autori elaboreranno in futuro.
Panda, Go Panda! (e il suo sequel, che io continuo a considerare semplicemente un "secondo tempo") resta un delizioso esperimento d’autore, godibile per il sincero slancio di una visione capace, con semplicità, di portare avanti un’idea di cinema e di estetica. In Italia è rimasto inedito per quattro decenni ma nel 2012 è stato fortunatamente recuperato da Dynit, per la gioia di tutti gli appassionati che ne attendevano la riscoperta.
Il film era ed è destinato a un pubblico di bambini molto piccoli, infatti Miyazaki lo realizzò con l’obiettivo di farlo vedere al figlio appena nato, eppure... Sì, me lo sono goduto tutto. ^__^
Da (ri)vedere? Assolutamente! :D
Dati tecnici:
Audio: AC3 ITA+JAP
File Name: Panda ko panda.mkv
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Durata: 00:33:32 (2011.592900 s)
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File size: 944.352 KB
Subtitles: ITA
Dati tecnici:
Audio: AC3 ITA+JAP
File Name: Panda ko panda - Il circo sotto la pioggia.mkv
Codec ID: V_MPEG4/ISO/AVC
Resolution: [ Width: 720 Height: 544]
DRF medio: 17.703264
Deviazione standard: 2.123236
Frame Rate: 25 fps
Durata: 00:38:08 (2288.411106 s)
Bitrate: 4062.131415 kbps
File size: 1.244.305 KB
Subtitles: ITA
Screenshots:
DVD Cover: compresa nella cartella
Cartella MeGa
https://mega.nz/#F!1HQS0BSD!GQwJk7HCS2Vh9x_i8w5lfg
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Questo dev'essere BELLISSIMO!!!
RispondiEliminaCome dici? No, non l'ho mai visto e quindi provvedo subito!
Certo che scrivi delle recensioni veramente cariche di passione. Se penso che ultimamente sto cercando di ridurre le mie venti righe...
GRAZIE MILLE! il vecchio zio Pietro
ps- non hai un'etichetta "takahata"?!? ahiahiahi! nella scheda hai dovuto aggiungere soggetto e sceneggiatura, se no il Miya restava tagliato fuori! :-)
^___^ Giusto! In effetti ci vorrebbe proprio!
RispondiEliminaNon mi aspettavo una risposta così in fretta (mi sono solo assentato per il pranzo) e il mio "post commento" non è stato ancora pubblicato. Ormai sta diventando un'abitudine visto che, come fai giustamente notare, nella sezione "Commenti e recensione" sto davvero cominciando ad esagerare. XD
Volevo solo aggiungere, dopo aver letto la recensione fatta da Robocop XIII in animeclick (che vi invito a leggere) come effettivamente in tutte le fiabe, la vita e le esperienze dei protagonisti (soprattutto se bambini), se viste con l'occhio della realtà sono più situazioni da servizi sociali che avventure divertenti. Eppure, proprio perché fiabe, scatenano quella sensazione di libertà tipica dei sogni. Questo, proprio come Pippi, ne è un bellissimo esempio ed è destinato a diventare uno dei classici espedienti letterari (ma dovrei forse dire "archetipi culturali") di cui Miyazaki si è sempre servito per raccontare le sue storie. Consciamente? Proprio perché archetipo, non ne sono poi così sicuro.
Gustatevi anche voi questo gioiellino "d'annata" e fatemi sapere cosa ne pensate ma, soprattutto, ricordatevi di immergervi nella poesia del Maestro (dei MaestrI!) con lo spirito più infantile che avete. ;)
Carissimi amici, anche per questo fine settimana sono riuscito a postare qualcosa che ritengo che meriti, quindi: Buon Divertimento! :D
PS: in originale il titolo è "Panda, kopanda", ovvero “Panda, Cucciolo Panda”. A volte i traduttori fanno delle scelte davvero discutibili. ^__^
EliminaGià, tanto da far sembrare davvero discutibile (a volte. MOLTE volte) la loro scelta di intraprendere la professione di traduttori... ^__^
EliminaCiao Ran. Se passi dalle mie parti, G R A Z I E ci sta facendo un regalone!
RispondiEliminaIo dovrei passare dalle vostre parti prima o poi. Devo salutare qualcuno. E poi c'è un nuovo film arabo da caricare assolutamente.
EliminaBellissima recensione, si sente che hai passione in tutto quello che scrivi. Corro subito a vedere i due corti.
RispondiElimina