martedì 13 agosto 2019

Il pianeta proibito


Titolo originale: Forbidden Planet
Nazione: USA
Anno: 1956
Genere: Fantascienza
Durata: 98'
Regia: Fred McLeod Wilcox
Cast: Walter Pidgeon, Leslie Nielsen, Anne Francis, Warren Stevens, Jack Kelly

Trama:
Nel 2200 una missione spaziale scende su Altair. In tutto il pianeta, di un'intera colonia terrestre solo il professor Morbius e sua figlia, serviti dal robot Robby, sono sopravvissuti alle incursioni di mostruose quanto misteriose entità. Gli astronauti però cominciano a nutrire qualche sospetto e...

Commenti e recensione:
Ci sono film che hanno fatto la storia della fantascienza ma non questo; Il pianeta proibito È la Storia della fantascienza!
Senza Il pianeta proibito la sci-fi adulta forse non esisterebbe come la conosciamo oggi. Non avremmo avuto Star Trek, per esempio; non ci sarebbe stato Solaris, lo stesso 2001 sarebbe ancora nel limbo e, probabilmente, persino Alien non avrebbe mai visto la luce.
Fin dalla prima stesura del copione si capiva che questo film avrebbe cambiato i canoni stessi del genere, con Irvin Block e Allen Adler (poi con l'aiuto di Cyril Hume, che firmò la sceneggiatura) che osarono addirittura rielaborare, in trasposizione fantascentifica, La Tempesta. Block psicoanalizza Shakespeare e materializza i fantasmi dell’inconscio, obbligando la fantascienza ad uscire dall’anticomunismo in cui era stata incanalata (vedi L’invasione degli ultracorpi, anch’esso del '56) per diventare allegoria degli spazi interni dell’essere umano, abissi oscuri abitati da angosce capaci di sgretolare ogni cosa. Il pianeta proibito abbandona l'idea dei blocchi contrapposti e lancia un messaggio più universale, trovando nella mente stessa dell'essere umano il vero pericolo per se stesso e per gli altri. Il ribaltamento culturale è paragonabile solo a quello che generò Blade Runner quando mostrò, ad un pubblico abituato a ben altro, un futuro sporco, piovoso e disumanizzato.
La Metro Goldwyn Meyer investì molte risorse nel progetto (quasi due milioni di dollari) e, oltre all'enorme lavoro per la realizzazione delle location, molto venne speso anche per gli effetti visivi. Alla MGM venne concesso, in prestito dalla Disney, un vero e proprio mago degli effetti speciali, l'artista Joshua Meador che, due anni prima, aveva curato la parte visiva di 20.000 leghe sotto i mari e la cui mano è riconoscibilissima nell'integrazione delle immagini animate all'interno della pellicola.
Oggi non fa notizia se un certo gruppo chiamato Daft Punk cura le musiche di un film come Tron: Legacy; nel 1956 però le cose erano molto diverse e fu per molti scioccante che si affidasse la colonna sonora del Forbidden Planet alla coppia Louis e Bebe Barron. Precursori della musica elettronica, i coniugi Barron erano ben conosciuti nel campo del cinema sperimentale e come creatori di effetti sonori ma vennero selezionati principalmente in quanto virtuosi del suggestivo strumento theremin. Il risultato fu la prima colonna sonora "elettronica" nella storia del cinema mainstream che, se pure ha diviso per anni il pubblico tra entusiasti e detrattori, rimane un fondamentale contributo al progresso nel campo delle musiche da film come le conosciamo oggi. E scusate se è poco!
Il confronto tra Leslie Nielsen (al suo esordio su grande schermo) ed un interprete d'alta scuola quale Walter Pidgeon si presta a tante ed interessanti divagazioni psicoanalitiche, capaci di nobilitare un genere fino ad allora usato prevalentemente per scopi ludico/commerciali, mentre ingentiliscono la scena i curiosi accenni sessuali della bella, ammiccante ed adorabile Ann Francis. Con i suoi vestiti piuttosto discinti e scollati e le sue particolari abitudini (nuota "nuda" nella piscina del laboratorio ^_^) crea scompiglio nell'equipaggio da troppo tempo dimentico del fascino e della sensualità di una donna, risvegliando così desideri sopiti e passioni tenute per troppo tempo a freno. Trovo che faccia molto "marineria britannica ottocentesca" ed aggiunge una deliziosa ed ossimorica patina vintage al futuro.
Una voce a parte la merita il fantastico Robby, magari non il primo robot completo mai visto sullo schermo, come dicono alcuni (così a memoria mi viene Maria di Metropolis), ma certamente il primo che risponde alle tre leggi della robotica di Asimov. Fu l'oggetto cinematografico più costoso mai costruito all'epoca e, infatti, venne riutilizzato diverse volte da altri registi. Ebbe così tanto successo da meritarsi un film tutto suo intitolato Il robot e lo Sputnik. In realtà, all'interno del complicatissimo e pesante costume di plastica costruito da Robert Kinoshita, si alternavano due interpreti di bassa statura che, più volte, rischiarono di finire folgorati dai cavi elettrici che alimentavano il testone del robot.
Se non fosse stato per tutto quanto scritto sopra, il film sarebbe diventato un bel episodio dei primi Star Trek (e infatti Gene Roddenberry si è lasciato isprare così tanto che è impossibile non vedere, oggi, il Capitano Kirk al posto di Nielsen) ma no, Wilcox ha voluto davvero fare il grande salto e si è giustamente ritagliato un posticino nell'Olimpo della Settima Arte. E se dico "ino" è solo perché la strada che ha aperto ha generato capolavori incredibili, che lo hanno un po' messo in ombra ma che gli sono debitori in modo totale e che dovrebbero rendergli molto più che un semplice omaggio.
Da vedere sicuramente! :D


Dati tecnici:
Audio: AC3 ITA+ENG
File Name: Il pianeta proibito.mkv
Codec ID: V_MPEG4/ISO/AVC
Resolution: [ Width: 720 Height: 304]
DRF medio: 19.305125
Deviazione standard: 3.400471
Frame Rate: 25 fps
Durata: 01:34:23 (5662.72 s)
Bitrate: 1300.021680 kbps
File size: 1.432.975 KB
Subtitles: ITA+ENG

Screenshots:









DVD Cover: compresa nel file
Cartella MeGa
https://mega.nz/#F!aMxClYxD!6q-1PbSOxSblc07HcujCKQ

9 commenti:

  1. Anche questa volta il ritardo è tutta colpa mia!
    So che avrete pensato che fossi in vacanza (no, ero qui a lavorare) ed avrei potuto usare questa vostra impressione come scusa meschina ma la realtà è che... ho sbagliato film.
    Avrei dovuto prenderne uno di quelli da "fondo di magazzino" (di cui sono pieno) e buttare giù due righine sindacali ma nooo, dovevo per forza mettere mano ad un MegaClassico che, anche ad essere avari, richiedeva (e meritava!) giorni e giorni di analisi per farne un articolo al limite della decenza. Chi è causa del suo mal... ç__ç
    Non si tratta a tutti gli effetti di un film "raro", anche se ultimamente è un po' sparito dalla circolazione, ma l'ho amato e l'amo tutt'ora e, pur con i suoi sessant'anni, rimane per me un pilastro assoluto del genere.
    Cari vacanzieri: Buon Divertimento!! :D

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    1. Ah, dimenticavo! Nel doppiaggio in italiano troverete un giovanissimo Nino Manfredi che presta la voce al cuoco di bordo. ^__^

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    2. Ma infatti E' un pilastro assoluto (nonché intramontabile) del genere, Ran, e chi pensa il contrario che un mostro dell'Id lo colga! ;-D
      Così, tra l'altro, fai il paio con l'analoga proposta del BVZP di qualche tempo fa che aveva fonte NTSC mentre la tua -a quanto vedo- è PAL... ;-)

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    3. Sì, volevo una versione di formato e taglia più generosi. In questi tre anni il file del BVZP l'ho "consumato" ma, quando mi è capitata l'occasione, ne ho approfittato per offrirmi un bitrate più alto. ^__^

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  2. sn G R A Z I E
    ciao film scoperto, o meglio son arrivato fino alla fine nel 2016 x colpa di VZP. ma come si fa a non immaginare Il tenente Drebin / Leslie Nielsen in questo film...saluti e grz.

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  3. Grazie per la riproposizione di questo capolavoro e per la tua disamina: in poco spazio sei riuscito a evidenziare tutte le caratteristiche della pellicola (e stavo per segnalarti il doppiaggio di Manfredi, ma mi hai bruciato nei commenti!). Grazie ancora, e buon ferragosto!

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  4. p.s.: "ossimora" mi pare un po' azzardato, mi permetto di suggerirti "ossimorica" ;-)

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    1. XD XD XD Hai perfettamente ragione! Ieri sera ho corretto il testo e mi è scappato quello strafalcione.
      Grazie (e anche per il buon ferragosto ^_^). :D

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  5. non mi stancherò mai di dire che sei sempre al vertice!

    grazie e buon proseguimento
    girix

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