Titolo originale: Il racconto dei racconti - Tale of Tales
Nazione: ITA, FRA
Anno: 2015
Genere: Fantastico, Horror
Durata: 125'
Regia: Matteo Garrone
Cast: Salma Hayek, Vincent Cassel, Toby Jones, John C. Reilly, Christian Lees, Jonah Lees, Alba Rohrwacher
Trama:
C'era una volta un regno... anzi tre regni vicini e senza tempo dove vivono, nei loro castelli, re e regine, principi e principesse, tutti assorbiti dai personali egoismi. Un re libertino e dissoluto, una principessa data in sposa ad un orribile orco, una regina ossessionata dal desiderio di un figlio e, accanto a loro, maghi, streghe e terribili mostri, saltimbanchi, cortigiani e vecchie lavandaie. Come se la caveranno una regina gelosa che perde il marito, due sorelle misteriose che accendono la passione di un re e un re ossessionato da una pulce gigante che potrebbe portare alla morte la giovane figlia?
Commenti e recensione:
Definire
Il racconto dei racconti un semplice fantasy sarebbe riduttivo: nella lotta impari con una Hollywood che gioca chiaramente un altro campionato Matteo Garrone non vuole nemmeno entrare e lo dimostra in ogni inquadratura. La sua non è una corsa all'ultima spettacolarizzazione ma più ad una lenta ed armonica sinfonia che cerca di raccontare i suoi temi in maniera diversa, attraverso un linguaggio non convenzionale per il cinema italiano e, per tutto questo, gli va reso gran merito. Via quindi i paragoni: l'attenzione deve andare oltre, ai dettagli più nascosti ed ai molteplici strati di una narrazione verticale che aspetta solo di essere svelata.
Garrone attinge a piene mani, e con grande libertà creativa, a tre racconti de
"Lo cunto de li cunti", la raccolta di fiabe più antica d'Europa, scritta fra il '500 e il '600 in lingua napoletana da Giambattista Basile. Il risultato è un caleidoscopio di immagini potenti ed evocative ma anche un carnevale di umani sentimenti, pulsioni e crudeltà, nonché una riflessione profondissima sulla natura dell'amore, che può (dovrebbe) essere dono e che invece, per quelle fiere che sono gli esseri umani, è spesso soprattutto cupidigia. Da queste fiabe, proprio perché non filtrate dal buonismo lezioso di Perrault, non è possibile trarre i consueti insegnamenti alla Disney ma preziosi e schiaccianti messaggi sulle caratteristiche della realtà e del labirinto dei sentimenti umani con, al centro della narrazione, l’amore nella sua accezione più viscerale e meno romantica. Il racconto dei racconti, come si vede, non è per niente un fantasy perché i personaggi che popolano il mondo di Basile non sono creature simboliche, dove alcune sono edulcorate del proprio egoismo per rappresentare i “buoni” mentre le altre sono incatramate nella loro sensibilità per rappresentare i “cattivi”. Nel libro, come sullo schermo, compare sempre e solo la natura umana e Garrone si pone proprio come quel padre che, una volta chiusa l'ultima pagina del libro di fiabe, spera di aver lasciato al proprio bambino un tocco di fascinazione in più e, chissà, anche una piccola scintilla di riflessione. Solo che il "bambino", in questo caso, è meglio che sia bello grandicello o avrà traumi psicologici per anni! :O
La fotografia onirica diretta da Peter Suschitzky, in perfetta sintonia con le atmosfere pittoriche desiderate dal regista e ispirate, in particolare, a I Capricci di Goya, restituisce immagini monumentali e mozzafiato, perfettamente integrate in stupefacenti effetti visivi in cui si è preferito relegare ai ritocchi il ricorso alla computer grafica. Superlativi inoltre i costumi di Massimo Cantini Parrini, i cui colori si accordano col mood delle ambientazioni geografiche e del clima psicologico, mentre le musiche evocative di Alexandre Desplat (premio Oscar per
The Grand Budapest Hotel) in cui si fondono in perfetto equilibrio leggerezza e intensità, hanno confermato l’attitudine del compositore per la trasposizione in note del teatro dei sentimenti umani. Inutile poi parlare degli attori che sono, TUTTI, bravissimi!
Con
Il racconto dei racconti Matteo Garrone ha dimostrato di essere un italiano che ha ancora il coraggio di osare, attitudine che, purtroppo e preoccupantemente, non hanno avuto le banche nostrane, nessuna delle quali è stata disponibile a concedere un finanziamento ad uno dei più grandi cineasti nazionali. Più ambiziose (e lungimiranti) le banche francesi, paese in cui il regista si è meritatamente fatto apprezzare a quel Festival di Cannes che, forse discutibilmente, non vinse. Sicuramente da vedere! :D
ATTENZIONE!!! ASSOLUTAMENTE NON E' UN FILM PER BAMBINI!
Dati tecnici:
Audio: AC3
ITA+ENG
File Name: Il racconto dei racconti.mkv
Codec ID: V_MPEG4/ISO/AVC
Resolution: [ Width: 720 Height: 304]
DRF medio: 21.682600
Deviazione standard: 3.351093
Frame Rate: 25 fps
Durata: 02:08:25 (7705 s)
Bitrate: 1442.009702 kbpss
File size: 1.954.488 KB
Subtitles:
ITA+ENG
Screenshots:
DVD Cover: compresa nel file
Cartella MeGa
https://mega.nz/#F!s6g2xSYS!_WSDUelH-Jpnlkiun959ow
Personalmente non ho amato particolarmente i film precedenti di Garrone ma questo è tutto un altro livello! Credo che nemmeno lui si sia davvero reso conto di cosa stesse creando (e infatti dichiarò di aver avuto un attacco di masochismo!) e pensare di proporre un progetto simile in Italia merita tutta la mia ammirazione. Certo, per realizzarlo ha dovuto rivolgersi all'estero ma tant'è...
RispondiEliminaCarissimi amici, questo è un film di quelli da vedere con gli occhi spalancati, in modo da non perdere nemmeno il minimo dettaglio di ogni inquadratura. Come ho scritto sopra, però, non lasciatevi fuorviare dall'etichetta "favola": decisamente NON è un film per bambini e mi sono permesso di aggiungere, forse esagerando, la dicitura "horror". ;)
Buon fine settimana e Buon Divertimento! :D
sn G R A Z I E
RispondiEliminabello e consigliatissimo
hai fatto bene a mettere v.m. è impressionante e cruento per i bambini
ciao e grazie1000.
Pienamente d'accordo e avrei tanto voluto che qualcuno avvertisse anche me, prima di entrare in sala. Non che sia rimasto traumatizzato ma, sapendo prima cosa mi aspettava, mi sarei preparato meglio psicologicamente. Ora sto solo cercando di rimediare per chi non l'avesse ancora visto. ^___^
EliminaDevo ammettere che guardo Garrone con pregiudizievole e irrazionale sospetto, non so spiegare perché, visto che Gomorra non mi era dispiaciuto affatto. Da quello che scrivi e da quello che vedo, penso ci siano le basi per ricredermi ampiamente. Il film sembra molto curato in termini di immagine e ciò mi intriga.
RispondiEliminaCaro Ranmafan, è proprio questo che ho sempre apprezzato del tuo blog: la capacità di solleticare la mia curiosità verso opere, generi e autori che trascuravo.
Grazie mille, ovviamente.
il vecchio zio Pietro
Non è certo il genere di film che amo, infatti non l'ho visto, però adesso mi hai incuriosito (che fai nella vita il venditore?), scherzi a parte, credo proprio che adesso gli darò un'occhiata, hai visto mai...
RispondiEliminaBen detto, Ran: Garrone ha avuto il coraggio di osare... proporre una suggestiva fiaba nera, adulta in un paese che ha chiuso in un cassetto creatività e immaginazione da tempo immemore (salvo eccezioni da me già citate tipo "L'arrivo di Wang" o "Lo chiamavano Jeeg Robot", per non parlare dei titoli indipendenti dimenticati/ignorati dalla grande distribuzione) e che, infatti, preferì in gran parte schierarsi a favore di un monotono e autoreferenziale Nanni Moretti spendendo fiumi d'inchiostro -digitale e cartaceo- sull'ennesima profondissima nonché irrinunciabile opera del maestro, arrivando -di contro- persino a relegare spocchiosamente e sbrigativamente Garrone nel ruolo di chi "sogna ad occhi aperti" (sì, ho letto pure "condanne" come queste). In barba all'italica "intellighenzia", io spero invece che Garrone si cimenti ancora in progetti come questi...
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