mercoledì 11 settembre 2019
Poltergeist - Demoniache presenze
Titolo originale: Poltergeist
Nazione: USA
Anno: 1982
Genere: Horror, Fantastico, Thriller
Durata: 114'
Regia: Tobe Hooper
Cast: Craig T. Nelson, JoBeth Williams, Dominique Dunne, Heather O'Rourke, Zelda Rubinstein
Trama:
I Freeling vivono tranquilli in un elegante centro residenziale fino a quando, una sera, la piccola Carol Anne viene sorpresa a parlare con qualcuno all'interno del televisore. Malgrado l'aiuto di una parapsicologa, strani fenomeni cominciano a verificarsi e...
Commenti e recensione:
A quasi quarant'anni dalla sua uscita si può tranquillamente affermare che Poltergeist sia un cult generazionale, una di quelle pellicole made-in-Amblin attraverso cui Steven Spielberg ha plasmato l’immaginario collettivo.
In origine, dopo il successo di Incontri ravvicinati, avrebbe dovuto girare un nuovo sci-fi ma in chiave horror. Gli addetti ai lavori lo definirono un «Cane di paglia con alieni», denso di scene di violenza e terrore, redento solamente da una sottotrama che vedeva uno degli alieni, Buddy, fare amicizia con il figlio minore della famiglia presa d'assedio. Non sappiamo se questo Night Skies fosse davvero così violento e cattivo, come viene descritto dagli addetti ai lavori, perché la sceneggiatura venne interamente rimaneggiata su quest'ultima sottotrama... e nacque E.T.. L'idea, tuttavia, continuò a frullare nella feconda (anche in termini di box office) testa di Steven e, invece dei temibili alieni, la sfruttò in termini soprannaturali, mantenendo il tono horror ed invitando Tobe Hooper in cabina di regia.
Sulla presenza di Hooper, fantastico autore di Non aprite quella porta, sono stati scritti decine di articoli perché Poltergeist non sembra proprio prodotto dalla sua mano. Certo, la presenza ingombrante di Spielberg, sceneggiatore e produttore, gli tarpava parecchio le ali ma tantissime inquadrature, movimenti di camera, luci e stili di recitazione sembrano davvero frutto di Steven. Solo in poche scene e nel finale, un tripudio di bare che esplodono dal terreno (per la cronaca, gli scheletri erano veri!) si nota finalmente il suo tocco autoriale mentre, nell'insieme, Polgergeist è propriamente un horror all’acqua di rose. Tra chi partecipò alle riprese ci fu chi disse che il suo ruolo fu, al massimo, di assistente. È un difetto? Non saprei, forse avremmo solo avuto un film diverso ma, di pregi, questo Poltergeist ne ha parecchi perché l’America rurale ed oscura di Hooper lascia il posto alla middle class, da sempre il ceto sociale di riferimento di Spielberg. Il sottotesto critico alla medio borghesia (spostare un antico luogo di culto come un cimitero indiano solo per costruire un quartiere alla moda) ed al consumismo americano (la televisione come mezzo di diffusione del "male") donano al film interessanti chiavi di lettura, anche indipendentemente dall'horror. Nessun regista statunitense è riuscito (e riesce) a descrivere la famiglia statunitense media, con tutte le sue paure, i suoi pregi e le sue idiosincrasie, con la dolcezza ed al contempo la durezza di Steven Spielberg. La sua tempesta demoniaca (che anticipa di pochi anni quelle che, virando verso il demenziale, saranno pane quotidiano per i Ghostbusters) colpisce al cuore l’America perché ne svela, una volta di più, le debolezze, i punti fragili, le zone d’ombra.
Al di là di ogni considerazione, perché ammettiamolo, a molti puristi il film non è piaciuto, va comunque dato merito a Poltergeist di aver creato un simbolo estremamente significativo ed abbondantemente utilizzato da allora nel cinema, horror e non solo: la televisione e l’attrazione/minaccia che racchiude e rappresenta. Cliché nato durante il boom di utilizzo ed influenza di questo medium, indagato, raffigurato o solo marginalmente sfruttato in moltissime opere, da Videodrome a The Ring, da Terror Vision a Nightmare 3, da Video Girl AI ai fumetti. Forse Poltergeist – Demoniache presenze, una delle più famose ghost story del new horror, non merita di essere considerato uno dei più riusciti fanta-horror, né degli anni ’80 né di sempre ma, da allora, tutti i registi hanno dovuto farci i conti.
Da rivedere (e magari, senza pregiudizi, rivalutare)? Certamente sì! :D
Dati tecnici:
Audio: AC3 ITA+ENG
File Name: Poltergeist - Demoniache presenze.mkv
Codec ID: V_MPEG4/ISO/AVC
Resolution: [ Width: 720 Height: 304]
DRF medio: 20.525038
Deviazione standard: 3.331822
Frame Rate: 25 fps
Durata: 01:49:47 (6586.72 s)
Bitrate: 1533.222986 kbps
File size: 1.545.544 KB
Subtitles: ITA+ENG
Screenshots:
DVD Cover: compresa nel file
Cartella MeGa
https://mega.nz/#F!XFBGESgA!9izbnTUHxQacrGFrF_WoMQ
Files Racaty
https://racaty.com/wxn53ac5se64
https://racaty.com/16ilj6fuhd55
https://racaty.com/jbuqrmq6x21s
https://racaty.com/jeky9z2gj5gd
https://racaty.com/be8zezxpwcdc
https://racaty.com/3ati1crescap
Etichette:
.Cult,
.Fantastico,
.H.264,
.Horror,
.ITA+VO,
.MG,
.Sottotitoli,
.Spielberg,
.Stravistomanoncelho,
.Top100,
Poltergeist - Demoniache presenze
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Quanto tempo che non postavo uno Spielberg! So che non piace a tutti (penso a te, Zio Pietro ^_^) ma è innegabile che abbia davvero riscritto le regole del cinema per il grande pubblico. Non è mai stato un Truffaut ma questo non gli ha impedito di creare block busters apprezzatissimi, proprio perché parlava nella lingua della gente comune.
RispondiEliminaCarissimi amici, sto provando a mantenere i ritmi promessi e, per ora, ce la sto facendo. Buon Divertimento! :D
Ma no, dài, non sono così severo!
EliminaA parte il titolo, impresso nella memoria collettiva, di Poltergeist non ho quasi reminescenze personali e d'altronde ignoravo che vi fosse la mano di Spielberg. Mi stupisce molto vederlo postato da te, a spanne avrei detto che non era nelle tue corde. Che dite, me lo (ri)vedo?
^_^ In realtà non è proprio nelle mie corde; forse si salva proprio perché, come horror, è davvero all'acqua di rose. Rivedendolo oggi, abituati ormai a ben altro, mette solo un po' di tensione (che, per me, è più che sufficiente!) ma di certo non è per gli horroristi veri.
EliminaDagli comunque una chance, secondo me è, non solo tecnicamente, ben fatto e, comunque, fa parte di quei film di cui è importante avere le idee chiare. :)
Infatti Spielberg doveva essere sé stesso, non Truffaut (senza dimenticare la partecipazione di quest'ultimo a "Incontri ravvicinati del terzo tipo" in qualità di attore, a riprova di quanto i grandi registi mettessero fra loro molti meno steccati di quelli elevati dai rispettivi fan) e fai bene a dire di aver postato uno Spielberg perché, a tutti gli effetti, fu lui e non Hooper a dirigere davvero questo Poltergeist che tra l'altro non ho nemmeno bisogno di rivalutare, essendo -e rimanendo- già per il sottoscritto un grandissimo horror anni '80 (e anche oltre quegli anni)... ;-)
RispondiElimina